Aprile 2025

Erminio Ferrari, Cielo di stelle. Robiei, ed. Casagrande 2017

Nella notte tra il 15 e il 16 febbraio 1966, mentre sono in corso i lavori nella galleria d’adduzione dell’impianto idroelettrico tra la valle Bedretto e la val Bavona, nell’alto Canton Ticino, quindici operai italiani e due pompieri di Locarno muoiono uccisi dai gas tossici che ristagnano nel cunicolo. È l’incidente sul lavoro più grave mai avvenuto nella Svizzera italiana, uno dei molti entrati nella storia dell’emigrazione italiana. Venticinque anni dopo, per scriverne su un giornale locale, Erminio Ferrari riporta la testimonianza di Angelo Da Dalto, l’unico superstite alla tragedia. A quella testimonianza ne seguono molte altre: Ferrari incontra i minatori attivi all’epoca sul cantiere, i dipendenti dell’Ofima (Officine Idroelettriche della Maggia), committente dell’opera, i pompieri che intervennero sul posto, e poi le vedove, le orfane. “Cielo di stelle” raccoglie quelle voci e quelle memorie – la miseria, la fatica, ma anche l’amore e la solidarietà – nel tentativo di capire che cosa resta oggi di quel dramma individuale e collettivo.

 

Luca Saltini, Sarà la montagna, ed. Neri Pozza 2024

Nando è nato e cresciuto in montagna. Ha mosso i primi passi sui sentieri scoscesi che si inerpicano verso la cima e, anche quando è stato costretto a lavorare in un cantiere a fondovalle, ha sempre desiderato tornare a quel silenzio, all’ultima luce che accende il bosco la sera, al maso solitario che lo protegge dal rumore del mondo. Per questo, quando il milanese dice di aver sentito, in una notte di tempesta, il ruggito potente di un animale e il raspare cattivo delle sue unghie contro la porta, Nando non gli crede. Il milanese che ha lasciato un lavoro sicuro in città per andare a vivere con le vacche e a vangare l’orto non conosce le montagne, non sa di che cosa parla. Nessun animale è in grado di sradicare un larice, di far tremare una stalla. Quando però Silvia, una delle poche persone in grado di strappare Nando alla sua solitudine, gli confessa che anche lei ha sentito qualcosa e ha paura, lui si mette in cammino verso quel mistero. Parte di notte, solca il silenzio verde della boscaglia, attraversa la pura emozione dei luoghi intatti, vive la bellezza di una notte sotto il cielo stellato, di una radura dopo un inestricabile groviglio di rami. E rivede il passato con i suoi fantasmi, le ombre dei sogni che non ha potuto realizzare, l’amore che non ha avuto il coraggio di difendere. Al ritmo cadenzato del suo respiro, Nando troverà la strada verso ciò che minaccia il paese. Perché la montagna dà molto, tutto, a quelli come lui, ma sa quando è giunto il tempo di far pagare un prezzo. 

Janet Hobhouse, Le furie, ed. Neri Pozza 2019

Ultimo testamento di Janet Hobhouse, meravigliosamente scritto e ferocemente onesto, Le furie è una potente confessione sulla follia dell’amore e sul vertiginoso caos dell’esistenza. Pubblicato postumo, «Le furie» ripercorre una vita vissuta con indomito furore fino alla tragica e prematura morte dell’autrice. Nata e cresciuta in una famiglia di «sirene», in cui ogni membro di sesso femminile sembra essere spuntato per partenogenesi, e in cui gli uomini sono relegati a «semplici, precarie comparse», la protagonista conduce un’esistenza imperniata sul rapporto conflittuale con una madre giovane, bellissima, fragile e amorevole, eppure al contempo malevola, instabile ed egoista. A questo legame indissolubile e tormentato si aggiungono via via altri affetti: quello per la bisnonna Mirabel, detta Angel, la grande nutrice, colei che districava e risolveva ogni problema e che aveva dato il via al matriarcato della famiglia; l’affetto per Emma, la nonna bohémienne, la ribelle fuggita di casa con il suo professore di arte; per la prozia Shrimp, vissuta nel disprezzo di sé e trincerata dietro un’ostinata solitudine e, infine, per la zia Constance, donna dalla bellezza inconsueta, da tutti conosciuta come «la piú bella ragazza di New York». Al tempo stesso angeli e gorgoni, le donne protagoniste di queste furibonde pagine si rivelano nella duplice natura di creature dolcissime e crudeli, benevole e sprezzanti: delle vere e proprie furie.

Toby Lloyd, Fervore, ed. Neri Pozza 2024

L’indimenticabile storia, inquietante e insieme comica, di una famiglia ebrea londinese molto unita che si trova sull̓ orlo del baratro quando la figlia scompare nel nulla. I Rosenthal non sono una famiglia come le altre. Eric e Hannah sono ebrei osservanti e vivono con i tre figli – Gideon, Elsie e Tovyah – e nonno Yosef, sopravvissuto alla Shoah, in una villa nella zona nord di Londra. Avvocato mite e dai modi cortesi lui, giornalista oltremodo ambiziosa lei, entrambi credono profondamente nella verità, parola per parola, dell’Antico Testamento, dunque in una vita dove Dio (e il demonio) sono presenti in ogni istante. Vita densa di fede e di precetti in cui i tre ragazzi, ciascuno per sé, crescono faticosamente in cerca di uno spazio proprio. Poi arriva il giorno in cui Hannah – a dispetto di tutti, incluso il diretto interessato – annuncia di voler scrivere un libro sulla storia del suocero, cui non resta molto da vivere, e la situazione in casa precipita…

 

 

Incontro di Marzo

Domenico Starnone, Vita mortale e immortale della bambina di Milano, ET Scrittori

 

 

Antonio Manzini, Il passato è un morto senza cadavere, Sellerio (un giallo)

 

 

Giuseppe Antonelli, Il mago delle parole, Super et Opera Viva

 

 

Maria Rosaria Valentini, Cinquanta lune, Castelvecchi

 

 

 

Sara Rossi Giudicelli, Quaderno della Monteforno. Un racconti di fabbrica, ed. iet

 

 

Giulia Caminito, Il male che NON c’è, Bompiani

 

Nuovo anno, nuovi libri

Gennaio si apre con un libro che ha vinto il Premio Viareggio Rèpaci 2024 e il Premio Elsa Morante 2024, nella sezione Narrativa.

Cuore nero, Silvia Avallone, Rizzoli editore

Con l’amore che solo i grandi autori sanno dedicare ai propri personaggi, Silvia Avallone ha scritto il suo romanzo più maturo, una storia di condanna e di salvezza che indaga le crepe più buie e profonde dell’anima per riempirle di compassione, di vita e di luce. Si raccontano le vicende di Emilia e Bruno, “privi di luce, come due stelle morte”: entrambi hanno conosciuto il Male, lui perché l’ha subito, lei perché l’ha compiuto. Sassaia, minuscolo borgo incastonato tra le montagne, sarà  il loro punto di fuga, l’unica soluzione per sottrarsi a un futuro in cui entrambi hanno smesso di credere.

 

La geografia del danno, Andrea De Carlo, La Nave di Teseo

Andrea De Carlo parte da una rivelazione sconvolgente per inoltrarsi in un’indagine che lo porta ai primi decenni del secolo scorso e poi ancora più indietro, alla fine dell’Ottocento. Poco alla volta, grazie a vecchie fotografie ritrovate, scritti, incontri e un ostinato lavoro di osservazione e deduzione, l’autore ricostruisce le vicende avventurose e drammatiche della sua famiglia. La geografia del dannoè una storia vera raccontata come un romanzo, che pagina dopo pagina rivela quanto chi ci ha preceduti determini in parte chi siamo oggi.


Grit e le sue figlie, Noëmi Lerch (traduzione Anna Allenbach), ed. Casagrande
Tra montagne e legami famigliari, il nuovo romanzo della scrittrice e contadina argoviese che vive in Valle di Blenio e racconta il mondo alpestre. Tre donne, i loro affetti e i loro conflitti, le complicità e le separazioni, sullo sfondo di un mondo rurale dove la quotidianità sconfina nella fiaba.
Attraverso la sua scrittura l’autrice mette in luce la forza della natura e la quiete della montagna, sottolineando nel medesimo tempo la durezza e la fatica del lavoro nell’alpe.